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giovedì 17 novembre 2016

Oblivion 2017: artista Arturo Barbante


Arturo Barbante è figlio della terra dei cantastorie. Attraverso la sua arte, alla maniera dei Trombadour e dei Jongler, ci racconta storie tratte dal quotidiano che eleva a scene espressive cariche di simbologia. Nei suoi contesti c'è una puntigliosa drammatizzazione del reale, che appassiona e coinvolge completamente ogni pubblico. Grande e magistrale la melodia degli arpeggi su tela, per mezzo della versatilità della sua arte; in-canta, colora versi, osserva, crea e scandaglia, poi fissa immagini, che suscitano pathos e intense suggestioni. Il pittore posa sapientemente i colori attraverso pennellate nate dai tormenti dello spirito, agita e anima superfici che trasudano emozioni, affiorano istanti e temi di un tempo ordinario che l'artista, prima seziona con sapienza nella propria mente, poi abbozza e ne completa il ricamo con estrema cura, annotando sonorità sui pentagrammi delle sue pitture.
I segni sorprendono e affascinano, i paesaggi densi di cromatismi sono debitamente accordati, diventano tracce sensibili proiettate verso le stagioni del futuro. Egli le spinge, come vele gonfie di vento del Sud forte di zagara, verso la brezza del mare mediterraneo, ammantate e strette fra universi di colori che ne conservano viva la memoria, e che li rendono incorruttibili e immortali. Arriva sino al braccio, ne guida le mani, il pulsare di un cuore fecondo, ricco e impregnato di robusta tradizione magnogreca. C'è la spiritualità ellenica, il carattere dei popoli del mare: dai Micenei ai Fenici ai Latini, è qui la fonte dell'ispirazione ancestrale di Arturo Barbante, affiorano lievi ricchi sciami di tinte, scorrono come acqua pura di sorgente, qui dove calcano i monti Iblei, sino all'affaccio fra le onde alla risacca di quel mare colore del vino.

www.arturobarbante.it


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